Pag. 2 – Pianificazione

Pianificazione degli interessi e dell’infrastruttura elettronica

Prima di tutto ritengo che ogni buon progetto debba essere pianificato. Non costa nulla farlo, ma alla lunga permette di risparmiare qualche euro, evitando acquisti inutili.

Mi sono quindi chiesto quale fosse il mio interesse. Si possono infatti avere uno o più interessi nel voler domotizzare la propria abitazione, tra cui:

  • gestire l’illuminazione
  • gestire i consumi elettrici
  • garantire la sicurezza da perdite d’acqua, fughe di gas, incendi, furti, ecc
  • gestire il riscaldamento
  • monitorare i locali con videocamere
  • gestire apparecchi elettronici di vario genere (TV, console, UPS, ecc)
  • gestire l’apertura e chiusura di avvolgibili e tende da esterno
  • gestire la climatizzazione
  • ecc.

Per capire meglio quando sopra, riporto alcuni esempi di automazione legati invece ad automatismi creati per interessi specifici:

comodità: quando si esce di casa, con un semplice comando si spengono tutte le luci, si chiudono gli avvolgibili, il gas e l’acqua.

sicurezza: la sonda di rivelazione allagamenti si allerta per una fuoriuscita d’acqua. Automaticamente il sistema chiude il contatore dell’acqua e manda un allert al proprio cellulare.

relax: ad un semplice comando (o ad un determinato orario) si accendono delle lampade secondarie più soffuse, si chiudono a chiave le porte esterne (se dotate di elettroserratura o dei moderni cilindri domotizzati) e si accende lo stereo.

Questi sono tre di tanti altri tipi di automatismi.

Vi sono inoltre interessi che prescindono da dover apportare modifiche impiantistiche, ad esempio si può voler:

  • disporre di informazioni meteo
  • conoscere l’ubicazione dei propri familiari
  • ecc.

Definiti pertanto i miei interessi, sono passato a definire l’infrastruttura elettronica che permetterà di attuare le mie idee, ma che avrà il compito importante di  interfacciarsi fisicamente con il mio impianto elettrico.

Ho pensando prioritariamente a domotizzare le luci, le prese elettriche, gli avvolgibili e le valvole di chiusura acqua e gas.

Poiché per creare un’automazione ogni comando deve essere eseguito da un “interruttore virtuale”, la scelta di questo è quanto mai importante.

Al fine di minimizzare gli interventi elettrici, ma soprattutto mantenere il corretto utilizzo degli interruttori fisici, cioè gli interruttori manuali esistenti, ho optato per la marca Shelly. Questi permettono infatti, rispetto ad altre marche concorrenti, di minimizzare gli interventi.

Gli Shelly permettono di collegare carichi da 10 e 16 ampere.

Un interessante confronto lo trovate QUI

Personalmente ho optato per gli Shelly 1 per l’illuminazione. I 2.5 per gli avvolgibili e per  alcuni interruttori in quanto, grazie al doppio canale, mi ha permesso di ottimizzare lo spazio all’interno delle mie scatole 503. Tornassi indietro però prenderei, al posto dei primi, gli Shelly 1PM, così da poter monitorare tutti i consumi di casa.

Shelly confezioni

Se uno è interessato ad una domotica più spinta e completa si possono applicare anche pinze amperometri che grazie alle quali si possono monitorare i consumi.

Viceversa, se non si vogliono apportare modifiche all’impianto elettrico, si possono anche semplicemente acquistare delle prese intelligenti, o anche dette smart plug, o lampade wifi.

Tornando al mio impianto, per comprenderne le funzioni e le modalità di installazione, tra i vari articoli presenti su internet, ho trovato di mio interesse l’articolo pubblicato QUI.

Concludo la fase di pianificazione precisando che un’altro motivo che mi ha spinto a scegliere gli Shelly al posto di altre marche, è l’interfaccia web dell’azienda che permette la gestione basilare di tutti i dispositivi, ma al contempo un’ampia gamma di configurazioni più avanzate (ideali per i più “smanettoni”) compresa la possibilità di attivare il protocollo MQTT finalizzato ad interfacciarli con un eventuale HUB (poi vedremo cos’è).

Tale interfaccia permette naturalmente di comandare i dispositivi sia da casa che da fuori, tramite cellulare, tablet o computer, con sistema operativo Android o IOS. Di contro non è compatibile con tutti gli assistenti vocali, quali Siri di Apple..

Una possibilità per rendere eventualmente compatibili gli Shelly con Siri, è quella di apportare una modifica al firmware cioè, detto in parole semplici, riscrivere le poche righe di comando che sono presenti di fabbrica nei dispositivi. La gestione in questo caso potrà  essere effettuata anche  tramite l’app Casa di Apple.

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